Le prime esperienze di tribunali penali internazionali sono state rappresentate dai Tribunali militari di Norimberga e di Tokyo del 1945, nei quali sono stati processati i criminali di guerra nazisti e giapponesi.
Successivamente, nel 1949, la Commissione di diritto internazionale dell'Onu ideò una "bozza" di codice sui crimini contro la pace e la sicurezza dell'umanità e contestualmente nominò un Comitato per codificare tali crimini.
Tuttavia, solo nel 1989 l'Assemblea generale dell' ONU riprese i lavori sulla Corte penale internazionale.
Nel contempo però , tra il 1993 e il 1994, scoppiarono i sanguinosi conflitti nella ex Jugoslavia e in Ruanda, e i crimini di guerra, i crimini contro l'umanità e il genocidio ( nella forma di "pulizia etnica" ) resero più che mai attuale il tema del diritto penale internazionale; alla luce di ciò, il Consiglio di Sicurezza decise di istituire dei Tribunali "ad hoc"- all'Aia (1993) e ad Arusha (1994) - per giudicare i responsabili di quelle atrocità.
Il primo, istituito appunto nel 1993, ha sede all’Aia ed è competente a giudicare i responsabili di crimini di guerra, genocidio e crimini contro l’umanità commessi nel territorio della ex Jugoslavia , il secondo, istituito nel 1994, con sede ad Arusha, è competente a giudicare gli stessi crimini, commessi nel territorio del Ruanda nel 1994, o se da cittadini ruandesi, anche nel territorio di Stati vicini.
L'istituzione dei due tribunali ad hoc ha sicuramente posto in evidenza la volontà degli Stati di reprimere questi crimini tramite la creazione di giurisdizioni supernazionali, poichè l'attribuzione ad organi giurisdizionali esclusivamente interni di uno Stato della competenza a reprimere simili crimini, potrebbe risultare insoddisfacente per diversi motivi: arretratezza economica, sociale e culturale della comunità statale, non perfetta indipendenza dei giudicanti, e infime, non completa imparzialità.
Successivamente, poi, i sanguinosi attentati terroristici dell’11 settembre 2001 a New York e Washington e la guerra in Afghanistan hanno riaperto il dibattito sul funzionamento della giustizia a livello internazionale.
Prima che l'articolo 8 dello Statuto di Roma codificasse gli elements of crimes delle principali fattispecie del diritto internazionale penale, i due tribunali sopra citati sono stati le uniche sedi giurisdizionali internazionali alla cui giurisprudenza attingere per ricostruire le fattispecie dei crimini più atroci fino a quel momento definiti solo a livello esclusivamente consuetudinario, tutto ciò in assenza di una Corte Penale internazionale stabilmente operativa.
L’istituzione dei Tribunali dell’ONU per l’ex Jugoslavia e per il Ruanda (che ad oggi hanno praticamente esaurito la loro attività) e la creazione successiva della Corte penale internazionale hanno senza alcun dubbio rappresentato delle tappe essenziali per l’affermazione del principio che quanti commettono crimini internazionali hanno una responsabilità penale individuale.
Da quanto illustrato su tale argomento è possibile evincere, con estrema facilità, come una tematica così impegnativa, qual è quella legata alle questioni internazionali, richieda esperienza e serietà: pertanto meglio affidarsi ai veri professionisti quali quello dello Studio Legale International Lawyers Associates ILA.